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Trento, 21 gennaio 2003
I VERDI: NO ALL’APPELLO DEI RIFORMISTI
Boato: noi andiamo da soli e puntiamo sui programmi
Intervista a Marco Boato de l’Adige di martedì 21 gennaio 2003

I Verdi stanno fuori dal progetto “partito unico della sinistra trentina”. Il movimento di Boato non è rappresentato né tra i sei saggi che hanno elaborato l’appello "per un nuovo soggetto politico ulivista e riformista” né sarà impegnato in una eventuale lista unitaria. I Verdi, infatti,hanno già deciso: andranno alle urne con la loro lista, guidata da Iva Berasi, nel centrosinistra autonomista, con Dellai candidato presidente. “Ci saremo con il nostro simbolo, con eventuali modifiche, e apriremo la lista a candidature indipendenti”, spiega il presidente Marco Boato.

Ma perché non aderite alla lista dei riformisti, onorevole Boato?
Perché c’è un forte ritardo di carattere programmatico. Ora si discute più di formule politiche e di liste che di contenuti. I Verdi vogliono dare il contributo più importante sul piano dell’approfondimento dei programmi. Non a caso negli ultimi mesi abbiamo organizzato incontri affollatissimi sul parco per il Bondone e per la città, il rapporto tra agricoltura e sviluppo, il clima. Sabato discuteremo dei problemi legati all’animalismo.

Ma cosa pensa dell’iniziativa di Pacher, Kessler e Pinter?
Guardiamo con rispetto a ciò che sta avvenendo in alcuni settori della sinistra, ma riteniamo che vada difesa la nostra identità di Verdi. Noi non siamo una costola della sinistra, ma un partito con cultura di governo.

Però quell’appello apre la strada ad una certa semplificazione a sinistra.
La semplificazione è positiva. Ma c’è anche la sensazione di essere di fronte alla prosecuzione del congresso dei Ds, che avrebbe dovuto concludersi a Pesaro. L’ultima cosa che voglio fare è interferire nelle vicende di un altro partito, ma questa tensione interna ai Ds rende indefinito il quadro politico. Poi vorrei aggiungere una cosa.

Quale, onorevole Boato?
Rete e solidarietà non hanno mai voluto far parte dell’Ulivo e ora fanno a gara ad essere più ulivisti di altri. E questo è sconcertante. Credo poi che tante delle fibrillazioni attuali siano legate all’aspirazione di molti ad ottenere una candidatura. Tra i nomi dei firmatari, inoltre, non ho visto alcuna persona nuova.

Per la corsa alla presidenza voi avete già confermato Dellai.
Riteniamo che il candidato naturale sia Dellai, ma abbiamo già detto che, se ci fossero state alternative, queste sarebbero state legittime e avrebbero dovuto essere prese in considerazione. Credo poi che a breve ci dovrà essere un momento collegiale di tutti i soggetti politici della coalizione per ufficializzare la candidatura.

Come si pone nei confronti dei soggetti che non fanno parte del centrosinistra ma che possono diventare possibili interlocutori?
La logica deve essere inclusiva e non di prevedere esclusioni. Sono sempre perplesso di fronte alla logica dei due forni del Patt, adottata in attesa dell’offerta migliore, ma sono favorevole alla possibilità che faccia parte della coalizione. È poi inaccettabile il tentativo di condizionare la loro adesione all’esclusione di altri.

E Costruire comunità?
È nata come associazione, come hanno più volte ribadito. Vedremo se diventerà anche un soggetto politico: anche con loro avremo un atteggiamento di massima apertura. Ricordo però che è stato Walter Micheli ad inserire la Jumela nel Pup e a parlare di inceneritore: per questo serviva una maggiore attenzione nell’addossare a questa giunta colpe che invece traggono origine da scelte urbanistiche del passato.

Iva Berasi sarà la capolista dei Verdi.
Sì, assieme ad un’altra donna. Pensiamo a due consiglieri. E rivendichiamo di porre all’attenzione della politica il tema della parità tra i sessi, che in tanti hanno dimenticato.

Gigi Olivieri, tra i saggi che hanno firmato l’appello dei riformisti, potrebbe essere candidato alle provinciali.
Noi parlamentari abbiamo il diritto di esercitare l’elettorato passivo alle provinciali, ma non siamo stati eletti solo dai nostri partiti. La candidatura di Olivieri andrebbe quindi posta sul tavolo della coalizione. In generale dico che ciascuno di noi ha stretto un patto con gli elettori, che andrebbe portato avanti fino in fondo.

Andreotti intanto ha chiesto di essere candidato alla guida della Regione nonostante non ci sia l’elezione diretta.
Richiesta legittima, perché potrebbe essere giusto dare continuità alla presidenza della Regione, ma prematura. L’accordo va cercato con Bolzano ma non ci sono pregiudiziali, se non quella che il Patt dovrà far parte della stessa coalizione in Provincia e in Regione.

 

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